astromelia

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sabato 12 aprile 2014

Azalea o rododendro



Le piante conosciute comunemente come azalee in realtà sono il genere Rhododendron e appartengono alla famiglia delle Ericaceae e sono piante ACIDIFILE.
Le azalee sono piante originarie di zone boscose e umide di alta montagna, dove vegetano spontaneamente accanto a corsi d'acqua e in posizioni ombreggiate, ad altitudini anche superiori ai 4000 m; provengono dall' Asia (Nepal, Cina, Giappone, Corea del Nord, Vietnam) dal Nord America (Florida) e dal Nord Europa.
Il genere Rhododendron è stato istituito dal botanico Andrea Cesalpino nel 1580. Successivamente, nel 1780, Linneo creò il genere Azalea, ma dopo pochi anni si accorse che tra i due generi non esistevano differenze sostanziali per cui fece rientrare il genere Azalea nel genere Rhododendron e questa distinzione sussiste attualmente solo a livello commerciale.
 
differenze tra rododendro e azalea:
  • i rododendri sono esemplari di notevole mole, alti fino a 4 m, con grandi foglie persistenti, anche se esistono esemplari di piccola dimensione come il Rhododendron hirsutum e il Rhododendron ferrugineum, particolarmente adatti per i giardini rocciosi con fiori portati da robusti piccioli con petali consistenti e carnosi e provvisti di costolature sulla parte esterna e con 10 stami;
  • le azalee sono di mole ridotta, adatte alla coltura in vaso e in genere perdono le foglie in inverno; inoltre i loro fiori hanno solo 5 stami.
In generale le azalee sono arbusti dalle foglie ovali, pelose e coriacee.
Il fiore ha un calice formato da 5 sepali e una corolla con 5 petali, che nelle forme doppie possono essere numerosi; i fiori si trovano all' ascella delle foglie o riuniti in infiorescenze a corimbo.
Il frutto delle azalee è una capsula marrone che contiene molti semi piccolissimi.

PRINCIPALI SPECIE
La distinzione principale tra Rhododendron o azalea si fa tra piante a foglia caduca e piante a foglia persistente.
Tra quelle a foglia caduca ricordiamo :
  • Rhododendron luteum, l'unico di origine europea (spontaneo in Polonia), con fiori gialli;
  • Rhododendron japonicum, originario del Giappone con fiori gialli;
  • Rhododendron molle, proveniente dalla Cina, con fiori gialli.
Comprende inoltre alcuni rododendri originari della Florida, utilizzati nei lavori di miglioramento genetico per dare origine a diverse cultivar. Le specie più importanti sono: Rhododendron canescens rosa e bianca; Rhododendron alabamense a fiori gialli, Rhododendron austrinum e Rhododendron bakeri a fiori gialli. Inoltre ricordiamo il gruppo degli ibridi quali i ghent, gli ibridi di mollis e i knapp-Hill.
Tra quelle a foglia persistente sono diffusi:
  • Rhododendron indicum, del Giappone, che ha due tipi di foglie; quelle primaverili che cadono in autunno e quelle estive, piccole e cuoiose, che cadono nella primavera successiva;
  • Rhododendron simsii della Cina, con fiori rosa
  • Rhododendron korume, originaria del Giappone.

 

Tecnica di coltivazione

Durante il periodo primaverile-estivo l'azalea può vivere bene anche all' aperto in luoghi ombrosi e umidi; nel periodo autunno-invernale, durante il quale fiorisce abbondantemente, può essere collocata dentro casa, purchè ben lontana da fonti di calore e dalla luce diretta del sole.
La temperatura ottimale di crescita và dagli 8°C ai 16°C.
E' importante assicurare alle vostre azalee un buon ricambio d'aria.

 L'azalea si deve innaffiare frequentemente con acqua non calcarea (possibilmente piovana) in modo da mantenere il substrato sempre umido; per questo motivo è utile tenere i vasi sopra degli strati di ghiaia ben inumiditi e nebulizzare con frequenza la chioma (a questo scopo si può usare acqua mescolata con un prodotto a base di Thiophanate metyl, che evita l' ingiallimento delle foglie dovuto al calcare).                                                      

L'azalea coltivata in vaso ha necessità di substrati soffici e ben areati (ottimi quelli composti in parti uguali da torba, perlite, aghi di pino e terra di brughiera) e soprattutto fisiologicamente acidi, privi di calcare, in quanto è una pianta molto sensibile alla presenza di calcio e magnesio nel terreno e nell' acqua di irrigazione, ai quali reagisce con l' ingiallimento e la caduta delle foglie.
La pianta si rinvasa quando le radici hanno occupato tutto lo spazio a loro disposizione.
 è consigliabile utilizzare vasi in materiale poroso, come l’argilla, per fare in modo che il terriccio, mantenuto costantemente umido con le annaffiature, possa respirare, e per evitare l’asfissia delle radici.
Oltre a questo, capita spesso che vasi in plastica lasciato a lungo al sole, trasmettano al terreno il calore assorbito nell’arco della giornata, mentre una spessa parete in cotto tende a fungere da maggiore protezione per le piante.

CONCIMAZIONE
L'azalea non ha elevate esigenze nutritive, comunque è bene somministrarle dei concimi liquidi con l' acqua di innaffiatura ogni 15 giorni circa.
E' opportuno scegliere dei fertilizzanti fisiologicamente acidi, come l'urea e i solfati, da somministrare nel periodo che va da aprile a settembre, quando le piante di azalee si tengono all' aperto, mentre si sospendono le concimazioni quando le azalee vengono portate all' interno.
All' inizio della primavera alle azalee si somministra principalmente Azoto (urea e azoto ammoniacale) per favorire la ripresa vegetativa.
In estate si privilegia il potassio che stimola la fioritura (purchè non sotto forma di cloruro di potassio perchè il cloro la danneggia).
A fine settembre si possono somministrare concimi a lento effetto (Osmocote e Nitrophoska).
Durante gli altri periodi si sospendono le concimazioni.

                                                                                     
POTATURA
Dopo la fioritura i fiori secchi devono essere eliminati tempestivamente per evitare la formazione dei semi che impoverirebbero la pianta.
Il rododendro a metà primavera si pota in maniera leggera accorciando i rami che sono diventati troppo lunghi tagliandoli immediatamente sopra una gemma grossa e sana (con un taglio obliquo) o un ciuffo di foglie sia per ridare vigore alla pianta che per darle un aspetto più ordinato.
Abbiate cura che l'attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti.


MOLTIPLICAZIONE
L'azalea si moltiplica per seme solo nei lavori di miglioramento genetico e per ottenere i portainnesti. Il più comune metodo di propagazione è per talea.            
        
Nel periodo che va da luglio a settembre si prelevano dei germogli erbacei o semi-legnosi di azalee lunghi circa 10 cm, che si mettono a radicare in una cassettina contenente torba e perlite.
Le talee vanno tagliate immediatamente sotto il nodo in modo che rimangano alcune foglie ed eliminando quelle più basse. Sceglietele inoltre da azalee robuste ed in buona salute.
Si raccomanda di tagliare in senso obliquo in quanto ciò permette d'avere una maggiore superficie per la radicazione ed evita l'accumulo di acqua su questa superficie. Usate una lametta o un coltello affilato per evitare le sfilacciature dei tessuti. Abbiate cura che l'attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti e disinfettatela ad ogni taglio.
La cassetta o il vaso che contiene le talee di azalee è preferibile ricoprirli con un foglio di plastica trasparente (o un sacchetto messo a cappuccio) e si colloca in semi-penombra e ad una temperatura intorno ai 20°C avendo cura di tenere il terriccio sempre leggermente umido (annaffiare sempre senza bagnare la piantina in radicazione con acqua a temperatura ambiente). Ogni giorno togliete la plastica, controllate l'umidità del terreno ed eliminate dalla plastica la condensa.     
 
Dopo circa un mese le talee avranno sviluppato un apparato radicale molto esile e fragile, per cui andranno invasate con delicatezza in vasi di 8 cm di diametro contenenti un substrato di torba, aghi di pino e terra di brughiera.
                           
               
Circa 20 giorni dopo si forma il bocciolo fiorale che va subito asportato e contemporaneamente si effettua una cimatura in modo da impostare una armoniosa impalcatura della pianta. Si tolgono inoltre regolarmente i polloni (germogli che si formano alla base delle azalee e che non portano fiori).
                            
Dopo due mesi si rinvasa in vasi di 15 cm di diametro sempre su substrato soffice e poroso.
Si procede poi annualmente alla potatura, tagliando i germogli poco al disopra di una gemma in modo da dare una forma arrotondata alla chioma dell'azalea.

PARASSITI E MALATTIE
                         
Foglie e fiori scoloriti e avvizziti
Questa sintomatologia denota una carenza d' acqua.
Rimedi: si interviene subito immergendo completamente il vaso in acqua fino a che non si formano più bolle d'aria e poi si lascia sgrondare.
Comparsa di macchie brune su foglie e fiori                            
le macchie brune si formano quando la temperatura ambiente è troppo alta, accompagnata da scarsa umidità dell' aria.
Rimedi: si consiglia di arieggiare e nebulizzare l' ambiente (se vi è possibile trasferite l'azalea all'aperto ogni sera, purchè sia riparata dal gelo).
 
Foglie che perdono lucentezza e avvizziscono                        
Questa malattia con l'andare del tempo interessa tutte le parti aeree della pianta e con l'andare del tempo anche le radici. Si tratta di un fungo la Phytopthora cactorum, ed è una malattia grave.
Rimedi: si devono eliminare subito le parti colpite e si fanno dai due a tre trattamenti chimici con prodotti a base di rame.
Foglie che iniziano ad ingiallire, appaiono macchiettate di giallo e marrone                
Successivamente a queste manifestazioni le foglie si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo molto probalbilmente in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso e dannoso.
Rimedi: aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma (la mancanza di umidità favorisce la loro prolificazione) ed eventualmente, solo nel caso di infestazioni particolarmente gravi, usare un insetticida specifico. Se la pianta è particolarmente grande, si può anche provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone.

Curiosità

L'azalea era già conosciuta nell'antichità, in quanto i fiori di molte specie, soprattutto asiatiche sono particolarmente ricchi di nettare anche se alcune sono velenose. Questo fatto era già conosciuto nell'antichità tanto che lo stesso Plinio, riferisce di un'intossicazione dei soldati dell'esercito romano, durante la campagna asiatica, provocata da miele di specie velenose. Inoltre molti rododendri contengono glucosidi con proprietà antisettiche e antireumatiche e sostanze che vengono usate come stabilizzanti nella stampa fotografica a colori.                                                                                                                         
                                                                             

 




mercoledì 9 aprile 2014

Portulaca o Porcellana - Portulaca spp.

Provenienza: America Meridionale (Brasile, Argentina, Uruguay).
 
Descrizione genere: comprende circa 200 specie di piante erbacee, quasi tutte succulente, con fusti e foglie carnose, di colore verde più o meno scuro. Possono essere annuali o perenni e a portamento eretto o prostrato. Presentano foglie piatte o cilindriche, che, spesso, hanno alla base un ciuffo di peluria. I fiori, che presentano cinque petali, che possono assumere colorazione variabile dal giallo al rosa al porpora al rosso, sono seguiti da frutti a capsula, contenenti numerosi piccoli semi. Hanno proprietà curative (diuretiche, vermifughe, purgative, ascorbiche) e possono essere utilizzate per preparare buone insalate.

Specie e varietà

Portulaca grandiflora:


proveniente da Brasile, Argentina e Uruguay, questa specie succulenta, con fusti rossastri, semiprostrati e foglie, di colore verde brillante, a sezione cilindrica (lunghe fino a 2,5 cm.), può crescere fino a 15-20 cm. di altezza e 15 cm. circa di larghezza. Da giugno a settembre produce fiori, semplici o doppi, a forma di coppa, con petali, lucidi come il raso, di colore variabile dal giallo al rosso al porpora, che si aprono solo in pieno sole, per richiudersi al tramonto o all’ombra. In ottobre, la fioritura è seguita dalla comparsa di capsule coniche, contenenti molti piccoli semi. In commercio si trovano numerose varietà a fiori semplici, doppi, extradoppi, solitari o riuniti in gruppi di due o tre, con petali di colore variabile dal bianco al giallo, dal rosa al rosso, dall’arancio al cremisi, dal rosso scarlatto al rosso porpora. Sono degne di nota: ”Aurea”, dai fiori giallo oro; “Regelii”, dai bei fiori color porpora; ”Rosea”, che presenta fiori rosa; ”Splendens”, dai fiori di colore rosa-arancione, con sfumature gialle al centro; ”Thelusonii”, dai fiori scarlatti; ”Single Mixed”, dai fiori variamente colorati; ”Sundial Peppermint”, alta fino a 20 cm. con fiori precoci dai petali viola chiaro, screziati di viola scuro, che rimangono aperti più a lungo di quelli delle altre varietà; ”Sundance”, che raggiunge i 15 cm. di altezza e produce fiori semidoppi o doppi in vari colori; ”Sundial Mixed”, che fiorisce circa due settimane prima delle altre varietà e produce fiori di colore bianco, giallo crema, arancio, giallo oro, pesca, fucsia, rosso scarlatto; ”Warm Gold”, che produce fiori di colore arancio vivo, con il centro rosso e, oltre ad essere particolarmente adatta alla coltivazione in vaso, presenta la caratteristica di mantenere le corolle aperte anche con il cielo coperto.

Portulaca oleracea:
oltre ai fusti prostrati e di colore rosso, questa specie presenta foglie commestibili oblunghe, senza picciolo né peluria.




Portulaca Sativa: detta anche P. dorata, presenta foglie larghe e costituisce la specie commestibile più apprezzata.

Tecnica colturale

 la Portulaca richiede un clima caldo e soleggiato.
 Necessita di un’esposizione soleggiata: la maggior parte delle varietà schiude i fiori solo in pieno sole.
Annaffiare abbondantemente in estate. Richiesto un terreno ricco e ben drenato.

Concimazioni ed accorgimenti particolari

concimare la pianta nel periodo della fioritura.
 

Moltiplicazione
Si possono seminare, a marzo, in terrine riempite con apposita composta per semi, tenute alla temperatura di circa 15 °C, sotto copertura di vetro. Le piantine devono essere fatte irrobustire in letto freddo fino a maggio, quando saranno pronte per essere trapiantate a dimora. La semina può essere effettuata anche direttamente a dimora, in aprile-maggio, procedendo in seguito al diradamento delle piantine.

Solanum

   


      
Il genere Solanum appartenente alla famiglia delle Solanaceae comprende numerossissime specie di piante arbustive e per lo più rampicanti, originarie dell'America centrale e meridionale

Specie e varietà

Solanum capsicastrum: originaria del Brasile, questa specie suffruticosa e perenne presenta fusti legnosi e morbidi che portano foglie persistenti, lanceolate, lunghe anche 8 cm. e di colore grigio-verde. In giugno-luglio produce fiori bianchi stellati, poco appariscenti ai quali seguono bacche invernali che restano sulla pianta molto tempo cambiando colore a seconda del periodo di maturazione: dapprima verdi, assumono in seguito tonalità gialle e in fine scarlatte. Raggiunge l’altezza di 30-45 cm. e spesso viene trattata come annuale. La varietà “Variegatum” presenta foglie con marginate e screziate di bianco-crema.

Solanum crispum: originaria del Cile, questa specie rampicante, semirustica e sempreverde, presenta foglie ovate di colore verde scuro. da giugno a settembre produce fiori stellati bianchi o azzurro-porpora, con antere gialle molto evidenti. Può raggiungere l’altezza di 5-6 m. La varietà “Autumnale” è caratterizzata da una maggiore rusticità rispetto alla specie tipo e da un periodo di fioritura più lungo.

Solanum jasminoides: originaria del Brasile, questa specie rampicante e sempreverde, meno rustica della precedente, presenta foglie lucide portate da rami sottili e flessibili. Da giugno a ottobre produce fiori azzurri con antere gialle. Si sviluppa fino a 4-6 m. di altezza. La varietà “Album” ha i fiori bianchi.

Solanum malacoxylon


Solanum dulcamara: specie molto comune in tutta l'Italia. Pianta legnosa con portamento cespuglioso. Specie tossica. Viene talvolta coltivata per le sue bacche decorative, tossiche per l'uomo, ma gradite dagli uccelli.
  
Solanum pseudocapsicum: piccolo arbusto, che può raggiungere i 75 cm. di altezza, robusto e di facile coltivazione, presenta bacche più grandi e durature di quelle di S. capsicastrum.

Solanum wendlandii: originaria del Costa Rica, questa specie semisempreverde e rampicante presenta un forte polimorfismo fogliare: segmentate alla base della pianta, trilobate nella parte superiore e intere e oblungo-acuminate verso l’apice. In estate produce fiori azzurro-lilla, riuniti in infiorescenze apicali, con la corolla formata da un corto tubo espanso in lembi appiattiti e leggermente lobati. I fusti e i rami sono leggermente spinosi. Può crescere fino a 7 m. di altezza. Regolari potature permetteranno di ottenere piante dalle dimensioni più folte e dalla forma più compatta, nonché più fiorifere, visto che le infiorescenze sono terminali

Temperatura: la temperatura minima invernale non deve essere inferiore a 10-18 °C per S. capsicastrum e S. pseudocapsicum. Le specie rampicanti possono essere coltivate all’aperto solo in zone riparate. In regioni a clima particolarmente rigido necessitano di riparo in serra. S. wendlandii necessita di una temperatura minima invernale di 7-13 °C.

Luce: posizione molto luminosa e arieggiata. Anche nel periodo invernale le piante che producono bacche colorate necessitano di un’esposizione molto luminosa, al fine di mantenere vivaci le tonalità dei frutti.

Annaffiature e umidità ambientale: annaffiare abbondantemente in primavera-estate in modo che il substrato risulti sempre umido, ma non inzuppato.
In autunno-inverno ridurre la frequenza delle somministrazioni quando i frutti sono caduti.

Substrato: un miscuglio a base di terriccio, torba e sabbia grossolana.

Concimazioni ed accorgimenti
 S. capsicastrum e S. pseudocapsicum si rinvasano, dopo la fioritura solo se le radici affiorano sulla superficie della composta o escono dal foro di drenaggio del vaso. Nel corso dell’estate possono essere portate all’esterno e tenute in posizione riparata e soleggiata.
 Alla comparsa dei fiori è bene spruzzare quotidianamente la pianta, con acqua tiepida, per favorire la fruttificazione.
In autunno-inverno, spruzzare quotidianamente la pianta con acqua tiepida e somministrare concime liquido ad alto titolo di potassio fino alla maturazione dei frutti. Le specie rampicanti si possono piantare in tutti i terreni da giardino in posizioni riparate. Nelle regioni più fredde la coltivazione deve essere effettuata in serra.

Moltiplicazione e potatura

Moltiplicazione: S. capsicastrum e S. pseudocapsicum si riproducono per seme in marzo-aprile sotto copertura di vetro, in posizione ombreggiata e alla temperatura di 16-21 °C. Non appena le dimensioni delle piantine lo permettono devono essere trapiantate in cassette ed esposte alla luce piena per 2-3 ore al giorno. Quando hanno raggiunto l’altezza di 8 cm. circa si trasferiscono in singoli vasi di 15 cm. di diametro e si pratica la cimatura degli apici vegetativi. Le specie rampicanti possono essere moltiplicate per talea (lunga 10 cm. e prelevata in luglio-agosto dai germogli laterali), che dovrà essere messa a radicare in un miscuglio di torba e sabbia mantenuto umido.
Potatura: se si vuole che S. capsicastrum e S. pseudocapsicum fruttifichino anche l’anno successivo, in marzo si devono potare tutti i rami a due terzi della loro lunghezza.

Malattie, parassiti e avversità

- Foglie che appassiscono e bacche che cadono: annaffiature insufficienti.
- Foglie che ingialliscono e cadono: annaffiature eccessive.
- Afidi: attaccano foglie e fiori. Succhiano la linfa e rendono la pianta appiccicosa. Si eliminano lavando la pianta e trattandola con insetticidi specifici.
- Muffa grigia: è un fungo (Botrytis cinerea) che provoca la comparsa di macchie scure e, successivamente, di ammassi polverulenti grigi su foglie e fiori. È facilitata nella sua diffusione da piantagioni molto fitte. Bisogna eliminare le parti colpite e l’eventuale terriccio “ammuffito”, nonché trattare la pianta con un prodotto anticrittogamico.

venerdì 4 aprile 2014

Petunia


Le petunie sono popolari piante che possono essere utilizzate per splendide cascate in balconi fioriti, ma anche per abbellire aiole, bordure, giardini e terrazzi.
Sono piante erbacee appartenenti al genere Petunia, che fa parte della famiglia delle Solanaceae; curioso è notare che, dunque, le petunie sono parenti non troppo lontane di patate, peperoncino, pomodoro e tabacco. Il nome “petunia” deriva dal termine portoghese petum, adattamento alla parola che nella lingua dei nativi americani Tupi-Guarani significa “tabacco”.
Provengono dal continente sudamericano, dove in natura sono state classificate circa una quarantina di specie diverse, sia annuali che perenni.

I colori dei fiori di questa pianta variano praticamente nell’intera gamma disponibile nel mondo vegetale: bianco, crema, rosa, malva, lavanda, rosso, porpora, azzurro, viola o blu; esistono sia fiori a tinta unita che piante con splendide corolle marezzate, striate, venate oppure bicolori.
 La fioritura è notevole e generosa, ed inizia verso la metà della primavera per protrarsi sino ad autunno inoltrato.
Una particolare varietà di petunia è la Surfinia: sono piante con crescita e fioritura piuttosto vigorosa, e possono formare tappeti estesi di fiori e ricche cascate da vasi e balconi, con lunghezze anche di due o tre metri.

Coltivazione e cura della petunia

Far crescere la petunia è tutto sommato semplice e non richiede particolari conoscenze di giardinaggio
La semina delle petunie può iniziare ancora nel periodo compreso tra febbraio e marzo, ovviamente in un luogo chiuso e leggermente riscaldato come una serra. Quando le piccole piante raggiungono l’altezza di almeno una decina di centimetri, sono pronte per essere messe a dimora all’aperto previa asportazione delle parti eventualmente avvizzite. Il terreno deve comunque presentare temperature superiori ai 15°C, ed il rischio di gelate deve ormai essere scongiurato. Le piante di petunia dovrebbero essere collocate vicine l’una con l’altra, allo scopo di creare sin dall’inizio fioriture compatte e belle da vedersi. Durante i primi giorni all’aperto le piante devono essere protette dal sole delle ore più calde, soprattutto se il clima è particolarmente caldo e nel cielo non sono presenti nuvole.
Da marzo-aprile, a seconda del clima, è possibile anche la semina all’aperto. Quando le petunie delle varietà Grandiflora o Multiflora raggiungono l’altezza di una ventina di centimetri, si possono ripiegare su se stesse fermandole con laccetti in modo da stimolare lo sviluppo di nuovi getti laterali. Non si devono, invece, ripiegare le petunie delle varietà Milliflora o Pendula.
Se possibile è sempre utile rimuovere i fiori appassiti o che stanno appassendo, avendo l’attenzione di eliminare anche la porzione più profonda del fiore che ospita i semi. Questa pratica infatti consente di dirottare sulla fioritura le energie che la pianta altrimenti utilizzerebbe per lo sviluppo successivo dei semi. In questo modo la fioritura rimane vigorosa e prolungata nel tempo, mantenendo le piante in salute e dall’aspetto ordinato.

Esposizione e ventilazione

Le petunie prediligono vivere in luoghi luminosi, nei quali la luce solare diretta sia presente per almeno cinque o sei ore giornaliere. La crescita in zone ombreggiate avviene lo stesso, ma le fioriture si presentano decisamente meno abbondanti; tutte le energie sono infatti impiegate per la generazione di foglie.
A causa della loro conformazione particolare, costituita da fusti sottili e fiori di grandi dimensioni, le petunie sono piante fragili e molto sensibili nei confronti del vento e delle piogge intense; per questo è indispensabile collocarle in luoghi ben riparati.

Temperature

Poiché le petunie provengono da zone calde del pianeta, queste piante temono il freddo eccessivo. Devono essere se possibile mantenute al riparo dall’eccessivo freddo notturno, ma in particolar modo dalle gelate.

Annaffiature

La petunia è una pianta che, per quanto riguarda le innaffiature e l’umidità del suolo, è abbastanza esigente. Non sopporta, infatti, la siccità e in caso di terreno secco per periodi prolungati l’appassimento è rapido e talvolta irreversibile; non tollera nemmeno i ristagni idrici, che possono causare asfissia e marciumi a carico dell’apparato radicale. Per evitare di sottoporre la pianta a stress idrici, è bene innaffiarla ogni due o tre giorni, diminuendo l’intervallo tra le innaffiature nei periodi più caldi. Per sapere qual è il momento migliore per l’annaffiatura, basta aspettare che il terreno diventi asciutto in superficie.

Terreno

Le petunie richiedono terreni ricchi di sostanza organica (humus), profondi, freschi e ben drenati. Per ottenere ciò si possono utilizzare i comuni terricci universali presenti in commercio, avendo l’accortezza di aggiungervi un poco di sabbia e di corteccia triturata finemente allo scopo di garantire un migliore drenaggio del substrato.

Concimazione

Le petunie dovrebbero essere concimate regolarmente al fine di garantire la continuità ed il vigore della fioritura. Mensilmente, da aprile sino a settembre, queste piante possono essere fertilizzate con concimi di tipo organico formulati per le piante da fiore che apportino le corrette quantità di azoto, fosforo, potassio e di microelementi (magnesio, ferro, calcio, boro, zinco, rame…). Anche quando le piante vengono messe a dimora in primavera, ed ogni volta che vengono rinvasate, è opportuno concimarle adeguatamente con concimi organici.

Parassiti e malattie

Le petunie possono essere attaccate da parassiti come ad esempio il ragnetto rosso e gli afidi. Il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) è un acaro che si nutre della linfa dei vegetali, causando decolorazioni delle foglie che successivamente si tingono di una tonalità grigio-giallastra. In caso di forti infestazioni le piante si presentano ricoperte di un’abbondante, fine tela sericea; questi attacchi devono essere respinti mediante l’utilizzo di specifici prodotti fitosanitari.
Gli afidi sono parassiti che si insediano sulle foglie della pianta e ne succhiano la linfa, talvolta determinandone anche la morte. Questi insetti iniettano inoltre nella linfa della pianta alcune sostanze tossiche che causano l’ingiallimento e talvolta il disseccamento completo delle parti vegetative.
Le petunie possono anche essere attaccate da diversi tipi di virus (i più diffusi sono quelli che portano malattie come l’alternariosi ed il mosaico del tabacco). In caso di attacco di virus le piante devono essere immediatamente rimosse e bruciate, allo scopo di evitare la proliferazione. Non esistono infatti prodotti in grado di curare queste patologie virali.