astromelia

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venerdì 4 luglio 2014

Oleandro


Gli oleandri sono degli arbusti sempreverdi molto apprezzati e conosciuti in tutti i paesi del Mediterraneo e dell'Asia orientale per le loro generose e colorate fioriture che rallegrano i viali costieri.  
Il genere Nerium, dove ritroviamo le piante meglio conosciute come Oleandri, appartiene alla famiglia delle Apocynaceae e comprende arbusti sempreverdi molto diffusi in tutte le zone del Mediterraneo grazie alla loro capacità di resistere a temperature elevatissime (anche 40-50°C) ed agli ambienti salini e contemporaneamente formare delle graziose siepi lungo le strade. E' molto frequente infatti ritrovarle lungo i viali costieri dei paesi mediterranei dove forma delle siepi molto vistose e colorate  che resistono senza problemi ai gas di scarico delle auto.

PRINCIPALI SPECIE

NERIUM OLEANDER
E' la specie più diffusa ed è originaria dei paesi mediterranei e dell'oriente.
La pianta è formata da rami flessibili, non troppo grossi che portano delle foglie prive di picciolo, allungate, coriacee, riunite in gruppi di due-tre.  
I fiori, semplici o doppi, si formano nella parte terminale dei rami di colore variabile dal bianco, al rosa, al giallo, all'arancio, al rosso, al lillà e sono profumati. 
In natura è una pianta che può raggiungere anche i sei metri di altezza mentre se allevata in vaso in genere non supera i 2 m.

NERIUM INDICUM
E' conosciuto anche con il nome di Nerium odorum (secondo alcuni botanici si tratta della specie N. oleander) ed è la specie maggiormente diffusa in medio oriente, in Cina ed in Giappone. E' del tutto simile al N. oleander solo di dimensioni più contenute ed i fiori, profumati, sono di colore rosa o bianco e fiorisce praticamente tutto l'anno.

TECNICA COLTURALE
L'oleandro è una pianta che ama la luce ed il sole durante tutto l'anno e ha necessità di ambienti molto ben aerati.
Le temperature ideali di coltivazione sono intorno ai 18°C anche se cresce bene a temperature molto più elevate e sopporta senza problemi anche temperatura intorno agli zero gradi centigradi.
Se allevata all'aperto va collocata in pieno sole mentre se allevata in casa (cosa comunque sconsigliabile se si hanno bambini piccoli o degli animali domestici in quanto velenosa in ogni sua parte) va allevata in piena luce ma facendo attenzione che non riceva i raggi del sole da dietro i vetri, specialmente d'estate,  che funzionando come una lente d'ingrandimento, la brucerebbero.

ANNAFFIATURA
Si annaffia generosamente in modo d'avere il terreno sempre leggermente umido sia durante il periodo estivo che durante il periodo invernale.

TIPO DI TERRENO - RINVASO
L'epoca migliore per effettuare il rinvaso è l'inizio della primavera quando il vaso è diventato troppo piccolo per contenere le radici. Si utilizza un vaso leggermente più grande del precedente fino ad un massimo di 30 cm. Successivamente ogni anno si asportano i primi 2-5 cm di terreno e si sostituiscono con del terreno nuovo.
Non occorrono terreni particolari: un buon terriccio fertile va bene.
E' opportuno sistemare sul fondo del vaso dei pezzi di coccio in modo da favorire un più rapido sgrondo delle acqua di annaffiatura in eccesso in quanto gli oleandri non amano i ristagni idrici.

CONCIMAZIONE
A partire dalla primavera e per tutta l'estate l'oleandro si concima ogni due settimane usando un fertilizzante liquido che va diluito nell'acqua di annaffiatura.  Durante il periodo autunno - invernale le concimazioni vanno sospese.

FIORITURA
Fiorisce durante tutto il periodo estivo e l'inizio dell'autunno.
E' importante che i fiori appena sfioriti vengano subito rimossi in quanto toglierebbe inutilmente nutrimento ai fiori rimasti.



POTATURA
In considerazione del fatto che è una pianta che cresce molto ed in maniera disordinata, in autunno occorre potarla in modo abbondante non appena gli ultimi fiori sono appassiti.              
Gli steli che hanno fiorito devono essere accorciati per metà della loro lunghezza mentre i rami laterali devono essere tagliati a 10 cm dalla base.
Ricordatevi di indossare i guanti quando fate queste operazioni sull'oleandro in quanto è una pianta molto velenosa.

MOLTIPLICAZIONE
La moltiplicazione può essere fatta per seme o per talea.
La moltiplicazione per seme oltre che essere molto lunga nel senso che occorrono diversi anni prima di avere una pianta in grado di fiorire, ha con se anche lo svantaggio che subentrando la variabilità genetica non si ha la sicurezza che le nuove piante saranno uguali alla pianta madre.
MOLTIPLICAZIONE PER TALEA
Il modo più semplice di propagare gli oleandri è far radicare le talee semplicemente mettendole in un bicchiere d'acqua. Si prelevano le talee in primavera lunghe circa 10-15 cm tagliate con un taglio obliquo (in questo modo si avrà una maggiore superficie per la radicazione) e si sistemano in un bicchiere contenente dell'acqua. Quando le radici avranno raggiunto i 2,5 cm di lunghezza possono essere piantate nel vaso usando un terriccio così come indicato per le piante adulte. In genere nel giro di una - due stagioni la pianta avrà ben radicato per cui a quel punto può essere trapiantata nel posto definitivo.

 PARASSITI E MALATTIE             
Le foglie appassiscono o i boccioli fiorali non si sviluppano
Questo sintomo è da attribuire a scarse annaffiature.
Rimedi: regolate meglio le irrigazioni ricordandovi che il terreno deve restare sempre umido.
Presenza di piccole protuberanze di colore marrone sulla pagina inferiore delle foglie o formazioni bianche e cotonose
Entrambi sono il classico sintomo della presenza della cocciniglia,  bruna o cotonosa, degli insetti che possono arrecare grave danno alla pianta se non vengono eliminati tempestivamente.
Rimedi: potete provare ad eliminarle usando un piccolo batuffolo di cotone imbevuto di alcool denaturato oppure se la pianta è troppo grande usate un insetticida specifico reperibile presso i centri specializzati.

                   

                   

              
CURIOSITA'
Il nome del genere deriva dal greco "neros = acqua" questo perchè è una pianta che cresce spontanea in prossimità dei corsi d'acqua.


AVVERTENZE

E' una pianta che contiene diverse sostanze velenose localizzate sia nelle foglie che nella corteccia tanto che è sufficiente ad esempio arrostire del cibo con del legno o delle bacche di oleandro per essere avvelenati oppure dormire su delle foglie.

 Pertanto quando si maneggia questa pianta occorre fare molta attenzione (non solo alla linfa che fuoriesce dalle ferite) e quando ad esempio si pota o si prelevano le talee occorre usare sempre dei guanti di gomma e lavarli molto bene dopo averli usati. 

Hibiscus






Il genere Hibiscus appartiene alla famiglia delle Malvacee
 E' un arbusto sempreverde e nelle sue zone di origine, le aree tropicali dell'Asia e le isole del Pacifico, può raggiungere dimensioni notevoli mentre nelle zone con clima mite, non raggiunge dimensioni rilevanti.
Pur esistendo numerosissime specie tutte hanno in comune la caratteristica che i fiori, che compaiono all'ascella delle foglie o all'apice dei rami, sono imbutiformi. Possono essere semplici, doppi, o plurimi.
Dal centro del fiore fuoriesce la colonna staminale sulla quale sono disposti gli stami ed in genere è più lunga della corolla.
 I fiori non sono profumati ad eccezione di poche specie (Hibiscus arnottianus e Hibiscus waimae, lievemente profumate).                            
E' coltivato come alberello o come siepe ed è frequente ritrovarlo in quasi tutte le città italiane per la sua resistenza sia agli agenti inquinanti quali gli Ossidi a Azoto e Anidride solforosa sia ad avverse condizioni climatiche.
                            
PRINCIPALI SPECIE
Esistono circa 300 specie di Hibiscus tra le quali ricordiamo:
HIBISCUS ROSA SINENSIS Il più noto fiore ornamentale, detto anche "Ibisco della Cina" con circa 1000 varietà di incerta origine, ottenute per ibridazione e per mutazione. Il loro habitus è arbustivo, di forma arrotondata e possono raggiungere anche i 8 m di altezza o formare delle siepi molto fitte. I fiori, il cui colore può essere rosa, scarlatto, giallo e bianco, possono essere penduli o eretti con un diametro che arriva fino a 15 cm. Ha una fioritura molto abbondante a partire dal mese di giugno e fino a settembre.
                                           
                                     Hibiscus rosa sinensis di colore giallo Hibiscus rosa sinensis di colore rosa
HIBISCUS SIRIACUS
Specie arbustiva originaria della Siria di dimensione medio-alta che può raggiungere anche i 4 m d'altezza. I fiori sono bianchi o rosa, semplici o doppi con corolla espansa e con gli stami più corti della corolla e quindi da essa non emergenti. Fiorisce da luglio a ottobre.                                                                                 
HIBISCUS MILITARIS
Hibiscus militaris
Originaria del Nord-America è una pianta erbacea perenne di un paio di metri d'altezza. I fiori sono larghi al massima 10-12 cm campanulati di colore molto intenso che varia dal rosa al rosso. La fioritura è tipicamente estiva (luglio - agosto).
 
HIBISCUS TRIONUM Originario dell'Africa è una pianta annuale dall'aspetto cespuglioso che può raggiungere il metro di altezza.
Il colore dei suoi fiori varia dal giallo al bianco-crema con un caratteristico colore marrone al centro.
Fiorisce da agosto a settembre.
Hibiscus trionum
                                           
 
Altre specie, poco coltivate nel nostro paese sono:
HIBISCUS MUTABILIS,
 originario della Cina meridionale cosi' chiamato perché con il tempo cambia colore acquistando sfumature più scure del colore di base.


HIBISCUS ELATUS,
è l'albero nazionale della Giamaica ed è una specie forestale di montagna che può raggiungere anche i 25 m d'altezza.


HIBISCUS TILIACEUS
cresce nelle coste delle Isole Salomone e le cui fibre vengono utilizzate per confezionare gonnellini da ballo.

                                    
TECNICA COLTURALE
L'Hibiscus è una pianta molto versatile che puo' essere coltivata con successo sia in appartamento che all'aperto, chiaramente in quest'ultimo caso purché le condizioni climatiche lo consentono. Infatti, proprio per la loro origine, non sopportano i freddi invernali per cui crescono bene all'aperto solo nelle zone caratterizzate da clima mite e in posizione soleggiata.
Coltivati in vaso, possono abbellire anche una terrazza del centro-nord Italia, purché questa sia soleggiata ed esposta a sud e soprattutto purché in inverno, o meglio quando la temperatura scende al di sotto dei 13°C, vengono portati dentro casa.
Se le vostre condizioni climatiche non permettono di tenere la pianta all'aperto tutto l'anno ma solo nei periodi primaverili ed estivi ricordatevi che l'Ibisco va abituato molto gradatamente all'aria aperta. All'inizio andrà sistemata in posizione ombreggiata e protetta per diversi giorni. Successivamente per circa 10 gg si posiziona al sole diretto solo la mattina, riportandola all'ombra nelle ore di punta. Dopo di che potete lasciarla tranquillamente al sole, senza concimarla per circa un mese in modo da darle in tempo di abituarsi al cambio di sistemazione. Non vi preoccupate se all'inizio vedrete che alcune foglie ingialliscono e muoiono, è normale.
L'Hibiscus può crescere anche all'interno delle nostre case. In questo caso va collocato in una posizione molto luminosa, comunque al riparo dalle correnti d'aria. In estate è bene arieggiare il locale in cui è allocato per evitare che la temperatura superi i 25°C.
Esistono Hibiscus annuali e Hibiscus perenni. Ricordiamo che gli Hibiscus annuali, muoiono dopo la fioritura.

ANNAFFIATURA
In estate si annaffia anche tutti i giorni, in modo che la composta sia sempre umida, evitando però i ristagni d'acqua che non sono in alcun modo tollerati, anche per brevi periodi.
E' opportuno inoltre nebulizzare regolarmente la pianta per mantenere attorno ad essa un ambiente sufficientemente umido.
Un accorgimento è quello di posare il vaso che contiene la pianta su un sottovaso (o altro recipiente) nel quale avrete sistemato dell'argilla espansa o della ghiaia nel quale terrete sempre un filo d'acqua. In questo modo le radici della pianta non entreranno in contatto con l'acqua che evaporando garantirà un ambiente umido.                                    
Dotare i termosifoni di umidificatori.
E' preferibile non utilizzare acqua calcarea in quanto sposterebbe il ph del terreno che deve essere e rimanere leggermente acido.

TIPO DI TERRENO - RINVASO
Ovviamente si riferisce alle specie perenni che vanno rinvasate ogni anno, in un vaso di diametro via via maggiore contenente un buon terriccio a reazione leggermente acida, che favorisce l'assorbimento degli elementi nutritivi, molto drenante e morbido. Mescolare al terriccio della vermiculite o della perlite assieme a della corteccia che renderanno in terreno più soffice e maggiormente drenante.
Dopo il rinvaso è buona consuetudine collocare la pianta in una posizione molto luminosa ma lontana dal sole diretto.

CONCIMAZIONE
Dalla ripresa vegetativa e per tutta l'estate l'Ibisco va concimato regolarmente ogni due settimane con concimi liquidi da diluire nell'acqua di irrigazione.
Gli Ibisco sono molto sensibili in fatto di concimazione. Innanzitutto bisogna utilizzare dei concimi completi che includano anche i microelementi quali il Ferro, il Rame, il Boro, il Manganese, il Molibdeno, ecc.
Per quanto riguarda inoltre l'Azoto, il Fosforo ed il Potassio, l'Ibisco è una pianta molto sensibile al Fosforo infatti un suo accumulo nel terreno causa un declino generale della pianta. Pertanto, poichè il Fosforo è comunque un elemento fondamentale per la fioritura, si consiglia di utilizzare un concime bilanciato del tipo 7:2:7 per le concimazioni con fertilizzanti che saranno distribuiti con l'acqua di irrigazione ma di integrare con un concime del tipo 10:40:10 facendo delle concimazioni fogliari.
Durante gli altri periodi le concimazioni vanno sospese.
                  

Potatura

L'Ibisco è una pianta che va potata regolarmente quando ha raggiunto i 3-4 anni di età. E' importante in quanto serve per modellare la forma che assumeranno, per rinvigorire piante di una certa età e per eliminare parti danneggiate o malate.   
La potatura va effettuata all'inizio della primavera, alla ripresa vegetativa della pianta. Utilizzare degli attrezzi puliti e disinfettati ed il taglio va fatto appena sopra il nodo in maniera netta, senza lasciare sfilacciature ed in maniera leggermente inclinata, nella direzione in cui desiderate che il futuro ramo si sviluppi.
 
Potatura Hibiscus
 



                                
 
Una buona consuetudine è la cimatura che consente di incrementare la formazione delle ramificazioni laterali e quindi avere una pianta più ricca.


MOLTIPLICAZIONE
L'Ibisco annuale si propaga per seme mentre l'Ibisco perenne si propaga per talea legnosa.
Nel scegliere la tecnica da adottare occorre tenere presente che la moltiplicazione per seme ha con se lo svantaggio che, subentrando la variabilità genetica, non si è certi che si avranno delle piante uguali alle piante madri, nel qual caso qualora si voglia ottenere una pianta di Ibisco ben precisa o non si è certi della qualità del seme che si sta utilizzando, è bene fare la moltiplicazione per talea.                            
Per quanto riguarda la MOLTIPLICAZIONE PER SEMI si effettua in marzo distribuendo i semi il più uniformemente possibile date le piccole dimensioni, in file parallele su un terriccio per semi. Dato che i semi sono piccoli, per interrarli leggermente, spingeteli sotto il terriccio usando un pezzo di legno piatto.
Sarebbe buona norma, per prevenire eventuali attacchi di funghi, somministrare con l'acqua di irrigazione anche un fungicida ad ampio spettro, nelle dosi indicate nella confezione.
                                    
Il vassoio che contiene i semi va tenuto all'ombra, ad una temperatura intorno ai 13-17°C e costantemente umido (usate uno spruzzatore per inumidire totalmente il terriccio) fino al momento della germinazione.
Il vassoio va ricoperto con un foglio di plastica trasparente che garantirà una buona temperatura ed eviterà un disseccamento troppo rapido del terriccio.
                                    
Una volta che i semi hanno germogliato, si toglie il telo di plastica, e mano a mano che le piantine crescono, si aumenta la quantità di luce (mai il sole diretto) , si riduce la temperatura intorno ai 18°C e si assicura una buona ventilazione. Tra tutte le piantine nate, sicuramente ci saranno quelle meno vigorose rispetto ad altre. Individuatele ed eliminatele in questo modo garantirete più spazio alle piantine più robuste.
                                    
Quando saranno sufficientemente grandi da poter essere manipolate (almeno 10 cm di altezza), le trapianterete facendo in ogni caso molta attenzione a non rovinare alcuna parte della pianta (sarebbe preferibile usare una forchetta per queste operazioni che infilerete al di sotto del terreno per prendere la piantina intera e metterla nel nuovo vaso) in un terriccio così come indicato per le piante adulte e le trattate come tali.
L'Ibisco perenne si propaga per TALEA LEGNOSA tra aprile ed agosto. In questo caso, si toglie un germoglio dalla pianta madre, che abbia alla base un pezzo di legno prodotto nell'anno precedente; la base della stessa può essere immersa in una polvere rizogena (che stimola la produzione di radici).
Fatto questo la talea di Ibisco si pianta in una cassetta contenente terriccio misto a sabbia di fiume (perlite) fino a 2/3 della lunghezza; la cassetta va poi coperta con un involucro di plastica trasparente. Usate dei bastoncini che sistemerete nel terriccio per tenere la plastica lontana dalla talea.
Collocate il vaso in una posizione dove ci sia luce abbondante ma non sole diretto e una temperatura intorno ai 21°C.Ogni giorno aprite l'involucro e controllate il grado di umidità del terriccio e fate un modo che sia sempre umido ed eliminate eventuale condensa presente nella plastica. Dopo circa 3 mesi avranno radicato e si potranno così trasferire in singoli vasi del diametro di 10 cm.

PARASSITI E MALATTIE
L'Hibiscus è soggetto agli attacchi dei principali fitofagi (acari, afidi, cocciniglie) ed è soggetto a diverse fisiopatie legate a cattive tecniche di coltivazione.
Una avvertenza molto importante da seguire è quella di non usare gli stessi prodotti sia per la piante allevate in casa che per quelle all'aperto; per queste ultime infatti i fitofarmaci da usare sono molto più concentrati per cui potrebbero risultare tossici per l'uomo e per le piante stesse.
Una buona consuetudine, per le piante che crescono in vaso all'aperto è di pulire la pianta con getti d'acqua in modo da eliminare polvere ed eventuali insetti indesiderati. Preventivamente però abbiate l'accortezza di coprire il vaso con un foglio di plastica in modo da non far andare l'acqua nella terra. Certamente questo sistema non è risolutivo se avete ad esempio afidi o altri "ospiti" indesiderati, ma certamente aiuta ed il vostro Ibisco vi ringrazierà. Questo sistema è consigliata anche prima di eventuali trattamenti in quanto contribuisce a ridurre il numero dei patogeni. Ovviamente tale operazione va fatta la mattina presto, in modo da dare il tempo alla pianta di asciugarsi prima dei raggi del sole più cocenti che rischierebbero di bruciare la pianta per il pericoloso "effetto lente" causato dalle gocce d'acqua.
                           
Produzione di molte foglie ma nessun fiore
E' probabile che le concimazioni siano troppo abbondanti o frequenti.
Rimedi: sospendere le concimazioni per uno-due mesi e riprendere diradandole e diminuendo le dosi.
                            

Le foglie ingialliscono o avvizziscono
Probabilmente la pianta è esposta a correnti d'aria, oppure è danneggiata dal gelo se viene dimenticata all' aperto nella stagione fredda.
Rimedi: sistematela in una posizione più idonea.
                            
Foglie che crescono stentatamente deboli e gialle
Questo sintomo è una manifestazione di una carenza d'azoto.
Rimedi: concimare la pianta con un buon fertilizzante azotato ad alto titolo, meglio liquido.

Attenzione a non confondere questo sintomo con il normale adattamento fisiologico della pianta quando viene portata all'aperto con la bella stagione.

Crescita stentata di tutta la pianta
E' probabile che il vaso non sia più sufficiente a contenere tutte le radici.
Rimedi: trapiantare l'Ibisco in un vaso più capiente.

Boccioli sempre chiusi
Questo sintomo è indice di poca luce.
Rimedi: spostare l'ibisco in una posizione più luminoso.

Macchie brune sulla pagina inferiore delle foglie
Macchie brune sulla pagina inferiore delle foglie potrebbero significare che siete in presenza di Cocciniglia ed in particolare della Cocciniglia bruna. Per essere certi, si consiglia di fare uso di una lente di ingrandimento e si osservano. Confrontatele con la foto al lato. Sono caratteristiche, non ci si può sbagliare. Inoltre se provate a toglierle con un'unghia, vengono via facilmente.
Rimedi: toglietele con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o se la pianta è grande ed in vaso, potete lavarla con un acqua e sapone neutro strofinando molto delicatamente con una spugna per rimuovere i parassiti, dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone. Per le piante più grandi e piantate all'aperto, potete usare degli antiparassitari specifici reperibili da un buon vivaista.
Infestazione di cocciniglie nella pianta di Hibiscus
Macchie sulla pagina inferiore delle foglie
Macchie sulla pagina inferiore delle foglie potrebbero significare che siete in presenza di Cocciniglia ed in particolare della Cocciniglia farinosa. Per essere certi, si consiglia di fare uso di una lente di ingrandimento e si osservano. Confrontatele con la foto al lato. Sono caratteristiche, non ci si può sbagliare. Inoltre se provate a toglierle con un'unghia, vengono via facilmente.
Rimedi: toglietele con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o se la pianta è grande ed in vaso, potete lavarla con un acqua e sapone neutro strofinando molto delicatamente con una spugna per rimuovere i parassiti, dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone. Per le piante più grandi e piantate all'aperto, potete usare degli antiparassitari specifici reperibili da un buon vivaista.
Cocciniglia su Hibiscus
Foglie che iniziano ad ingiallire, appaiono macchiettate di giallo e marrone Se le foglie iniziano ad ingiallire e successivamente a queste manifestazioni si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo molto probalbilmente in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso e dannoso.
Rimedi: aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma (la mancanza di umidità favorisce la loro prolificazione) ed eventualmente, solo nel caso di infestazioni particolarmente gravi, usare un insetticida specifico. Se la pianta non è particolarmente grande, si può anche provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone.
Acari su Hibiscus Danno provocato da acaro
Presenza di piccoli animaletti biancastri sulla pianta Se notate dei piccoli insettini mobili di colore bianco-giallastro-verdastri siete quasi sicuramente in presenza di afidi o come comunemente sono chiamati "pidocchi". Osservateli con una lente di ingrandimento e confrontateli con la foto a lato, sono inconfondibili, non ci si può sbagliare.
Rimedi: trattare la pianta con antiparassitari specifici facilmente reperibili da un buon vivaista.
Danno provicato da afidi
Per combattere tutti gli insetti ad apparato boccale pungente - succhiate e masticatore si consiglia di utilizzare prodotti sistemici, vale a dire che entrano nel circolo linfatico della pianta e quindi sono assorbiti durante la nutrizione. Sortiscono degli ottimi risultati i prodotti a base di Imidacloprid. Nell'Ibisco non utilizzare mai prodotti a base di Malathion in quanto non è tollerato dalla pianta.

CURIOSITA'
Tra le 300 specie di di interesse economico abbiamo l'Hibiscus cannabinus utilizzato nell'industria cartaria per il suo alto contenuto in cellulosa e nell'industria della canapa.
L'Ibisco è il fiore nazionale della Malesia.
L'ibisco è una pianta molto apprezzata nei Paesi del centroamerica quali le Hawai dove specie provenienti dalla Cina si sono incrociate con le specie endemiche Hawaiane dando origine a delle piante spettacolari. Troviamo però grandi coltivazioni di Ibisco anche in Australia, Nuova Zelanda
Hibiscus sabdariffa Con l'Hibiscus sabdariffa tipico dell'Africa orientale ma coltivato anche in America ed in India, si ottiene una famosa bevanda, il karkadè (parola di origine eritrea) che si ottiene dai calici del fiore, dal sapore acidulo per la presenza di acido citrico e acido tartarico.                                           
Negli ultimi anni questa gradevole bevanda è ritornata di moda preferendola al tè in quanto meno eccitante.er i suoi frutti raccolti immaturi e usati come alimento.
                                       
                                    
                                           

giovedì 29 maggio 2014

Ceratostigma



Se amate i fiori blu, questa piantina non potrà che entusiasmarvi: i piccoli fiorellini del Ceratostigma sono del blu più raro e più puro che si trova in natura, il blu della genziana o del delphinium, sfacciato e squillante.
Si tratta di una pianta perenne, che vive per molti anni sia in vaso che in terra.

Con le notti fresche, prende colore anche sulle foglie, specialmente se esposta al sole, con vivaci tocchi rosso vino.

Due le specie interessanti:

 Ceratostigma plumbaginoides
tappezzante che si allarga nel terreno tramite stoloni (ma che possiamo anche usare come ricadente in vasi sospesi)

 Ceratostigma willmottianum
arbustivo a foglie piccole con rami a raggiera, alto 60-70cm (ne esiste anche una varietà a foglie verde-acido, Ceratostigma willmottianum ‘My Love).

Entrambi sono belli e utili sia in vaso che in giardino e danno spettacolo con i loro preziosi fiorellini blu da metà estate fino ad autunno inoltrato.

All’arrivo dei geli, il C. plumbaginoides scompare quasi completamente per germogliare nuovamente la primavera successiva con nuovi fusticini.
C. willmottianum invece si comporta come un semi-sempreverde, che richiede solo una potatura di pulizia a primavera.
Sono piante che difficilmente creano problemi, non prendono malattie e raramente vengono attaccati da parassiti. E in più, fioriscono bene anche nella mezz’ombra.

 

Plumbago



Il genere Plumbago appartiene alla famiglia delle Plumbaginaceae e comprende piante originarie delle regioni a clima temperato dell'Asia e sono conosciute anche con il nome di PLUMBAGGINE o GELSOMINO AZZURRO.
Si tratta di piante sempreverdi, a portamento arbustivo e rampicante di aspetto molto vario in quanto a crescita molto disordinata con fusti che arrivano a svilupparsi fino a 4,5 m nelle piante spontanee ma se allevate e opportunamente sistemate su dei sostegni, consentono di avere delle piante molto decorative e più contenute.
Sono piante utilizzate come rampicanti che in estate danno delle fioriture molto belle.
I fiori, riuniti in infiorescenze a spiga lunghe dai 20 ai 30 cm, sono di colore azzurro o rosso a seconda della specie  e della varietà e sono costituiti da una parte tubolare lunga circa 4 cm che si apre in una corolla formata da 5 petali e larga circa 2,5 cm.

PRINCIPALI SPECIE
               
Plumbago capensis o auriculata
La Plumbago capensis è originaria del Sud America ed è conosciuta con il nome di GELSOMINO AZZURRO ed è la più diffusa e coltivata.
E' una pianta   rampicante che può raggiungere i 2 m di altezza se allevata a casa. Sia i fusti che i rami sono legnosi e provvisti di foglie picciolate di un bel verde intenso, ovali e lunghe sino a 5 cm.
I fiori sono di colore azzurro, riuniti in gruppi di 20 a formare delle spighe lunghe 25-30 cm.
Esistono diverse varietà che differiscono tra loro per il diverso colore dei fiori quali ad esempio la varietà "Alba" con i fiori bianchi.    

Plumbago indica o rosea
La Plumbago indica è una specie originaria dell'Indonesia e dell'India. E' molto apprezzata per le sue fioritura anche se è un rampicante meno generoso della capensis con fioriture meno lussureggianti. Richiede minori cure colturali e minori potature.
Le sue foglie sono meno lunghe della auriculata ed i fiori sono riuniti in spighe lunghe anche 20 cm di colore rosso scarlatto. 

TECNICA COLTURALE
Sono piante rustiche che non presentano particolari difficoltà di coltivazione.
Non sopportano il freddo; le temperature non devono scendere sotto i 10°C. Sono meglio tollerate le alte temperature estive.
Amano la luce per cui vanno esposte in piena luce e per qualche ora anche al sole diretto ma non nelle ore più calde della giornata.
Può essere allevata in vaso o all'aperto nelle zone a clima temperato basta che siano posizionate in modo che non ricevano il sole diretto durante le ore più calde delle giornate estive ed al riparo dalle correnti d'aria.
Se sono allevate all'aperto e la stagione invernale improvvisamente ha degli sbalzi di temperatura eccessivi, assicuratevi di proteggere le radici ed il fusto con della paglia, torba o con teli di tessuto-non tessuto. In ogni caso, può essere tranquillamente allevata in caso e portata all'aperto solo durante la bella stagione.
Ricordate in ogni caso che teme il gelo.
Dato che sono piante rampicanti è preferibile dotarle di sostegni tipo graticci o anche dei semplici pali ai quali andranno fissati i rami. Se non viene fissata ad un sostegno avrà un portamento ricadente.

ANNAFFIATURA
Durante il periodo vegetativo vale a dire dalla primavera all'estate va annaffiata abbondantemente ed occorre aspettare che il terreno sia asciutto in superficie prima di effettuare la successiva irrigazione.
Attenzione ai ristagni idrici che non sono tollerati.
Ama un ambiente umido per cui va spruzzata regolarmente fino al momento in cui compaiono i fiori e poi sospesa per non macchiarli. E' preferibile spruzzare le piante la mattina presto e mai quando  è al sole.

TIPO DI TERRENO - RINVASO
Si rinvasa all'inizio della primavera utilizzando un vaso un po' più grande del precedente fino alla misura massima di 30 cm  utilizzando un buon terreno fertile. Una volta raggiunta tale misura si asporta solo i primi 3-5 cm di terriccio e si rinnova con del terreno fresco.
E' importante sistemare sul fondo del vaso della ghiaia o dei pezzi di coccio in modo da favorire il rapido sgrondo dell'acqua di annaffiatura in eccesso in quanto non sopporta i ristagni idrici.
Personalmente consiglio di usare dei vasi di terracotta anche se molti optano per i vasi di plastica (meno costosi e più fori di drenaggio). Ritengo che siano preferibili quelli di terracotta in quanto, essendo porosi,  consentono alla terra di respirare.

CONCIMAZIONE
Durante il periodo primaverile - estivo si concima ogni due settimane utilizzando un fertilizzante liquido diluito nell'acqua di irrigazione mentre durante l'autunno e l'inverno le concimazioni vanno sospese.
Usate dei concimi che oltre ad avere i cosiddetti "macroelementi" quali Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio (K) abbiano anche i "microelementi" quali  il Manganese (Mn),  il Ferro (Fe),  il Rame (Cu), il Boro (B), lo Zinco (Zn),  il Molibdeno (Mo),  il Magnesio (Mg), tutti importanti per la corretta crescita della pianta.
Diminuite le dosi rispetto a quanto riportato nella confezione. 

FIORITURA
L'epoca di fioritura è variabile in quanto dipende dalla specie. In genere comunque sono tra aprile ed ottobre.

POTATURA
Al termine della fioritura, ogni anno, va potata energicamente tagliando i fusti legnosi a 30 cm dal terreno,  in qualunque momento tra la fine dell'estate e l'inizio della primavera.
Questa operazione è molto importante un quanto i fiori si formano solo sui rami dell'anno. In ogni caso va fatta sempre prima della ripresa vegetativa della pianta. In primavera ridarà altri rami e numerosi altri fiori.
I fiori mano mano che appassiscono vanno eliminati.

Se avete la possibilità di tenerla costantemente in ambiente caldo, la pianta non entrerà in riposo vegetativo e produrrà fiori tutto l'anno. 
E' importante che l'attrezzo che usate per il taglio si pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma o con varechina o con alcool) per evitare di infettare i tessuti.

MOLTIPLICAZIONE
Si moltiplica per talea o per seme. 
Nel scegliere la tecnica da adottare tenete presente che se moltiplicate per seme, subentrando la variabilità genetica, non sarete sicuri di ottenere una pianta uguale alle piante madri pertanto se desiderate avere un esemplare preciso, fate la moltiplicazione per talea.
MOLTIPLICAZIONE PER TALEA
In qualunque momento tra maggio ed agosto si possono prelevare delle talee dai getti laterali lunghe circa 8-10 cm. Fate un taglio con una lametta o con un coltello affilato per evitare le sfilacciature dei tessuti, subito sotto il nodo, che sia pulito e disinfettato per evitare la trasmissione di eventuali malattie parassitarie. Eliminate le foglie che si trovano più in basso e spolverate il taglio con una polvere rizogena per favorire l'emissione delle radici.
Sistemate quindi le talee in un vaso, facendo dei buchi con una matita in un terreno formato da terriccio fertile e sabbia grossolana in parti uguali.
Inumidite il terreno senza bagnare le parti verdi e ricoprite quindi il vaso con un telo di plastica trasparente o una busta messa a cappuccio e sistematela così preparata in una zona della casa all'ombra e dove la temperatura sia intorno ai 21°C
Ogni giorno controllate lo stato delle talee togliendo la plastica e contestualmente controllate il terreno (deve rimanere sempre umido) ed eliminate la condensa che si sarà sicuramente formata nella plastica.
Vi rendete conto che la talea ha formato le radici in quanto inizieranno a nascere i nuovi germogli. A quel punto togliete definitivamente la plastica ed aspettate che le talee diventino più robuste. Dopo di che potete trapiantarle nel vaso definitivo usando un terreno come indicato al paragrafo "Rinvaso" e trattatele come una pianta adulta.
MOLTIPLICAZIONE PER SEMI La moltiplicazione per semi   si effettua in primavera distribuendo i semi in maniera uniforme su un terriccio per semi. In considerazione del fatto che i semi sono piccoli per interrarli, usate un pezzo di legno piatto.  Inumidite quindi abbondantemente il terreno (usando uno spruzzatore che consentirà di bagnare in maniera più uniforme) mescolando all'acqua un fungicida ad ampio spettro per prevenire eventuali infezioni fungine.
A questo punto chiudete il vassoio con un foglio di plastica trasparente o con una lastra di vetro che ha un doppio vantaggio: il primo è che non farà asciugare il terreno troppo rapidamente, il secondo che consentirà d'avere una temperatura costante.
Prendete quindi il vassoio e riponetelo in una zona della casa all'ombra e ad una temperatura intorno ai 21 - 24°C.
Fino al momento della germinazione dei semi ogni giorno togliete la plastica e controllate l'umidità del terreno (deve rimanere sempre umido) ed eliminate la condensa dalla plastica (o dal vetro).
Quando i semi germoglieranno togliete la plastica definitivamente e sistemate il vassoio in una posizione più luminosa (non al sole diretto) ed arieggiata.

Eliminate le piantine più deboli per garantire più spazio a quelle più robuste ed aspettate che siano sufficientemente grandi da poter essere manipolate. A quel punto potete prelevarle delicatamente con tutto il panetto di terra e sistemarle nel vaso definitivo come se fossero delle piante adulte.

PARASSITI E MALATTIE
Foglie che avvizziscono o pendono
Se le foglie presentano questo sintomo vuol dire che non è  annaffiata correttamente: o troppa o troppo poca.
Rimedi: regolate le irrigazioni secondo quanto indicato nel paragrafo apposito.
La pianta non fiorisce
Se la pianta è stata allevata per bene il fatto che non fiorisce può essere dovuto ad un terreno povero di elementi nutrivi.
Rimedi: fate una buona concimazione così come indicato nel paragrafo "concimazioni"
In conseguenza di una gelata la pianta si secca rapidamente 
Se in conseguenza di una improvvisa gelata la parte aerea muore non è detto che la pianta sia morta. Eliminate subito le parti aeree danneggiate e lasciatela tranquilla. Se non lo avete fatto, proteggete il resto della pianta con della paglia o torba o tessuto-non tessuto ed aspettate la primavera. Se è ancora viva rifiorirà. Per vedere se ci sono ancora dei tessuti sani fate un piccolo taglio nella parte che vi sembra ancora viva del fusto, se il tessuto è verde vuol dire che non è morta.
Piccoli insetti che si muovono sulla pianta Se osservate che sulla pianta ci sono piccoli insetti biancastri-verdastri  che si muovono, potrebbero essere afidi, più conosciuti come "pidocchi".
Rimedi: occorre intervenire con aficidi facilmente reperibili da un buon vivaista.

Gazania


Genere che comprende alcune specie erbacee perenni originarie dell'Africa meridionale.
 Le gazanie formano grandi rosette basali di foglie lucide, di colore verde scuro, arrotondate, glauche sulla pagina inferiore; alcune specie hanno foglie ricoperte da una leggera peluria.
Dalla primavera inoltrata fino ai primi freddi dal centro della rosetta di foglie si ergono numerosi fusti carnosi, alti 15-30 cm, che portano grandi fiori singoli, con diametro vicino ai dieci centimetri, simili a grandi margherite, di colore bianco, crema, giallo, rosso o rosa intenso, con centro giallo oro e caratteristiche zonature scure attorno al centro o lungo i petali. L'asportazione dei fiori appassiti prolunga la fioritura.
Nelle giornate nuvolose e di notte i fiori si richiudono e talvolta le foglie si sollevano verso l'alto.

Esposizione

 le gazanie necessitano di molta luce per poter fiorire, quindi vanno poste in pieno sole o a mezz'ombra, posizioni eccessivamente ombreggiate possono causare piante quasi prive di fiori; temono il freddo e temperature al di sotto dello zero portano la pianta a morte certa, volendo è possibile farle svernare in serra fredda.

Annaffiature

annaffiare regolarmente, lasciando asciugare bene il terreno tra un'annaffiatura e l'altra; queste piante possono sopportare senza problemi periodi di siccità della durata di alcuni giorni. Da marzo a ottobre è bene fornire del concime per piante fiorite ogni 15-20 giorni, sciolto nell'acqua delle annaffiature.

Terreno

porre a dimora le gazanie in terreno sabbioso, molto ben drenato, anche povero o con ciottoli, sono molto adatte ai giardini rocciosi; si sviluppano senza problemi in qualsiasi terreno, purché non sia eccessivamente pesante. Porre a dimora quando le temperature notturne sono superiori almeno ai 10°C.

Moltiplicazione

avviene per seme, a fine inverno, in letto caldo, si consiglia di tenere il semenzaio al buio poichè la luce rallenta la germinazione; a fine estate è possibile praticare talee di foglia, che vanno poi conservate in serra temperata, per essere poste a dimora la primavera successiva.

Gazania uniflora : Parassiti e malattie

gli afidi e gli acari si annidano sui fiori e sulle foglie, rovinandoli vistosamente; condizioni di scarsa ventilazione ed eccessiva umidità possono favorire l'insorgenza dell'oidio o della muffa grigia.



 

mercoledì 28 maggio 2014

Ciclamino




CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Famiglia: Primulaceae
Genere: Cyclamen                            
CARATTERISTICHE GENERALI
Il genere Cyclamen appartenente alla famiglia delle Primulaceae, comprende diverse specie originarie dell'area orientale del Mediterraneo, alcune delle quali proprie anche della flora spontanea italiana, sono state introdotte nella coltivazione (Cyclamen europaeum, Cyclamen Neapolitanum e Cyclamen repandum).
PRINCIPALI SPECIE

CYCLAMEN   PERSICUM
Il Cyclamen persicum è la specie più diffusa e con le sue numerose varietà, rappresenta una delle piante ornamentali più conosciute ed apprezzate. Ha un tubero nero e piatto dal quale partono i piccioli fogliari ed i peduncoli fiorali.
Le foglie sono cuoriformi di colore verde intenso alle volte screziate d'argento e la pagina inferiore di solito è rossa.
I fiori sono formati da cinque petali di vario colore dal bianco, al rosa, all'albicocca al viola o screziati.
Il Ciclamino coltivato è il Cyclamen persicum giganteum.
Il Cyclamen persicum è originario dell'Asia minore, della Siria e del Libano e non della Persia  come si potrebbe pensare. Il nome  è derivato dal Prunus persica, la pesca, per ricordare il colore del fiore.

 CYCLAMEN GRAECUM
Il Cyclamen graecum con i suoi fiori con una colorazione che va dal rosa chiaro al salmone, è una specie molto presente nel mercato

CYCLAMEN BALEARICUM Il Cyclamen balearicum possiede dei fiori piccoli e di colore bianco, con gola rossa ed emanano un profumo delicato.
                                    

 
CYCLAMEN LIBANOTICUM Il Cyclamen libanoticum ha dei fiori con una colorazione rosa-violetto, spesso screziati e foglie verde scuro screziate di bianco sulla pagina superiore e rossicce sulla pagina inferiore. Produce dei graziosi fiori rosa che spuntano a partire dal mese di febbraio.
                               
Tra i Ciclamini spontanei ricordiamo:CYCLAMEN EUROPEUM è di colore rosa chiaro, molto profumato e fiorisce a settembre. Cresce spontaneo nei boschi ad una altitudine di 1000 m. 
CYCLAMEN NEAPOLITANUM produce fiore rosa e fiorisce in settembre. E' presente nei boschi dell'Italia meridionale.
CYCLAMEN REPANDUM produce un delizioso fiore rosa e fiorisce in primavera. E' presente nei boschi dell'Italia centrale e meridionale.

TECNICA COLTURALE
Allevare un ciclamino non è facilissimo, ma soprattutto è difficile farlo rifiorire; infatti questa pianta può vivere e fiorire per 4-5 anni di seguito e ogni anno che passa produrrà fiori sempre più abbondanti.
Il segreto più importante del suo successo sta nella temperatura dell'ambiente in cui viene collocata. Principalmente durante la fase di crescita delle foglie e dei fiori, questa non dovrebbe superare i 15°C; sistematela quindi lontano dai termosifoni, in piena luce ma non colpita direttamente dai raggi solari (questa regola è valida per quasi tutte le piante d'appartamento, alle quali il sole diretto potrebbe provocare ustioni anche in inverno, specie se "concentrato" dai vetri delle finestre che vanno quindi schermati con tende). Sarebbe quindi buona norma arieggiare l'ambiente di frequente e spegnere il riscaldamento di tanto in tanto. Nelle zone dove il clima invernale non è troppo rigido si può trasferire il Ciclamino all'aperto, al riparo dal gelo e dal vento, durante le ore notturne.
Altro accorgimento importante è quello di eliminare rapidamente e completamente le foglie ed i fiori appassiti, senza lasciare "mozziconi" che potrebbero marcire, contagiando altre parti della pianta, staccandoli proprio nel punto d'inserzione al tubero.
Se per qualunque ragione si provocano delle lesioni sulle foglie o sui piccioli, è bene asportarle e tamponare subito le ferite con del mastice apposito (si trova da un buon vivaista) o con della cera di candela, per chiudere la ferita che rappresenta una via preferenziale agli attacchi di muffe.

ANNAFFIATURA
In tutto il periodo autunno-invernale (i primi boccioli compaiono in genere verso fine settembre - primi di ottobre) si innaffia il Ciclamino in maniera tale che il terriccio resti umido costantemente (non inzuppato). In genere si versa l'acqua nel sottovaso, lasciando che la pianta l'assorba da se per 20-30 minuti e lasciando poi sgrondare l'eventuale acqua in eccesso. Anche in questo caso si deve stare attenti che non ci sia troppa umidità che potrebbe provocare il marciume del tubero.
In primavera il Ciclamino termina la fioritura e rallenta l'attività vegetativa che cessa del tutto in estate, quando tutte le foglie sono secche, si rinnovano completamente e si conserva la pianta in un luogo fresco ed ombreggiato innaffiando di tanto in tanto solo vicino al bulbo.
E' importante non bagnare la pianta ed in modo particolare la parte centrale in quanto la presenza di acqua per almeno 12 ore sugli organi della pianta, favoriscono lo sviluppo di muffe.

TIPO DI TERRENO - RINVASO
Il rinvaso si effettua solo se le radici hanno completamente occupato il vaso e spuntano in superficie o dal foro di scolo del vaso. Si fa in primavera, dopo la fioritura, usando un terriccio di foglie, sabbia e torba in parti uguali in un vaso di diametro poco superiore al precedente, ponendo sul fondo dei pezzi di coccio per favorire lo sgrondo dell'acqua.

CONCIMAZIONE
Ogni due - tre settimane è bene concimare con del fertilizzante liquido da aggiungere all'acqua d'annaffiatura.
Durante il periodo di fioritura è opportuno somministrare un concime con un più alto titolo di Potassio per agevolare la fioritura mentre, durante le fasi di crescita della pianta, con un titolo leggermente più alto di Azoto per favorire appunto la crescita della pianta.

            
FIORITURA Qualunque sia la specie e la varietà prescelta il Ciclamino, è una pianta che fiorisce nel periodo invernale ininterrottamente fino a marzo-aprile e per questo motivo viene di solito acquistata nel periodo pre-natalizio, anche se è raro trovarla nei centri floro-vivaistici in tutto l'arco dell'anno.
E' preferibile comunque acquistarla prima della fioritura, controllando che ci siano abbondanti boccioli e che le foglie siano ben turgide e sane.
                     

POTATURA
Di solito non si pota. Vanno semplicemente eliminate le foglie che via via disseccano per evitare che diventino veicolo di malattie parassitarie. 
Abbiate cura che l'attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti.

MOLTIPLICAZIONE
La moltiplicazione del Ciclamino può avvenire o per seme o per divisione del tubero.
Nel scegliere la tecnica da adottare occorre tenere presente che la moltiplicazione per seme ha con se lo svantaggio che, subentrando la variabilità genetica, non si è certi che si avranno delle piante uguali alle piante madri, nel qual caso qualora si voglia ottenere una determinata pianta di  Ciclamino o non si è certi della qualità del seme che si sta utilizzando, è bene fare la moltiplicazione per divisione del tubero.
Moltiplicazione per semi
La moltiplicazione per semi del Ciclamino si effettua si effettua in qualunque momento tra luglio e settembre distribuendo i semi il più uniformemente possibile date le piccole dimensioni, in file parallele su un terriccio per semi. Dato che i semi sono piccoli, per interrarli leggermente, spingeteli sotto il terriccio usando un pezzo di legno piatto.
Sarebbe buona norma, per prevenire eventuali attacchi di funghi, somministrare con l'acqua di irrigazione anche un fungicida ad ampio spettro, nelle dosi indicate nella confezione.
Il vassoio che contiene i semi va tenuto all'ombra, ad una temperatura intorno ai 20°C e costantemente umido (usate uno spruzzatore per inumidire totalmente il terriccio) fino al momento della germinazione.
Il vassoio va ricoperto con un foglio di plastica trasparente che garantirà una buona temperatura ed eviterà un disseccamento troppo rapido del terriccio.
Una volta che i semi hanno germogliato (all'incirca dopo un mese), si toglie il telo di plastica, e mano a mano che le piantine crescono, si aumenta la quantità di luce (mai il sole diretto), si riduce la temperatura intorno ai 18°C e si assicura una buona ventilazione. Tra tutte le piantine nate, sicuramente ci saranno quelle meno vigorose rispetto ad altre. Individuatele ed eliminatele in questo modo garantirete più spazio alle piantine più robuste.
Quando saranno sufficientemente grandi da poter essere manipolate, le trapianterete facendo in ogni caso molta attenzione a non rovinare alcuna parte della pianta (sarebbe preferibile usare una forchetta per queste operazioni che infilerete al di sotto del terreno per prendere la piantina intera e metterla nel nuovo vaso) in un terriccio così come indicato per le piante adulte.
Moltiplicazione per divisione del tubero
Ciclamino è costituito da un tubero, rotondeggiante o appiattito, da cui spuntano direttamente le foglie e i fiori nella parte alta concava e le radici nella parte bassa convessa.
Il tubero si può dividere con un coltello affilato pulito e disinfettato in più parti, ognuna delle quali contiene almeno due gemme, anche se generalmente si divide in due.

PARASSITI E MALATTIE
Le principali avversità del Ciclamino sono generalmente "fisiopatie", cioè malattie dovute a condizioni ambientali non favorevoli.
Foglie e fiori che si afflosciano
Se il Ciclamino presenta questi sintomi vuol dire che la pianta è stata sistemata in un posto troppo caldo e secco.
Rimedi: in questo caso è sufficiente bagnarla bene e spostarla in un ambiente più fresco ed umido.
Foglie ingiallite
Questo sintomo vuol dire che la pianta è stata sistemata in un posto troppo caldo e troppo buio
Rimedi: spostarla in un ambiente più fresco ed umido.
Foglie con macchie gialle diffuse a partire dal punto di intersezione del picciolo fogliare sulla lamina
Questa patologia che successivamente si estende verso il bordo della foglia fino a farla seccare e rimanere attaccata al bulbo è tipica della fusariosi, una malattia causata da un fungo, il Fusarium sp.
Rimedi: una volta che i sintomi si sono manifestati sulle foglie, poichè la malattia inizia dal tubero, non c'è più niente da fare.
Una raccomandazione: controllate bene la pianta prima di acquistarla perchè il più delle volte, si comprano già infette.
Macchie necrotiche sui petali e marciume nella parte centrale della pianta
Queste sintomatologie, dove la base dei piccioli e dei peduncoli fiorali appaiono molli perchè marciscono sono il sintomo della presenza della muffa grigia, un fungo, la Botrytis sp.
Rimedi: eliminare subito le parti infette e trattare con uno specifico anticrittogamico.
I rimedi nei confronti della Botrytis sono innanzitutto preventivi, in quanto questo fungo è favorito dall'eccessiva umidità dell'aria e dalle eccessive annaffiature.
Foglie che iniziano ad ingiallire, appaiono macchiettate di giallo e marrone Se le foglie iniziano ad ingiallire e successivamente a queste manifestazioni si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo molto probabilmente in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso e dannoso.
Rimedi: aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma (la mancanza di umidità favorisce la loro prolificazione) ed eventualmente, solo nel caso di infestazioni particolarmente gravi, usare un insetticida specifico. Se la pianta non è particolarmente grande, si può anche provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone.

CURIOSITA'
I Ciclamini li puoi trovare nei boschi di lecci delle nostre regioni meridionali. Fioriscono nel mese di marzo - aprile. Puoi osservarli in tutta la loro bellezza nel loro ambiente naturale ma non toccarli, sono una specie protetta pertanto vanno lasciati dove sono.

Il Ciclamino è una pianta velenosa per l'uomo. Infatti il suo tubero contiene una sostanza tossica, la Ciclamina; che viceversa è innocua per molti animali quali il maiale, l'istrice, ecc.